Marcello Ruvidotti premiato per il suo libro fotografico
“A puro caso” un viaggio nei ricordi di famiglia e nella storia
La giuria ha assegnato il primo premio del Fruit Indie Publishing, il concorso promosso dal festival bolognese Fruit Exhibition al libro A Puro Caso di Marcello Ruvidotti in quanto “opera sulla scoperta, sulla memoria e sulla ricerca sul passato in chiave contemporanea attraverso un viaggio nel tempo ma anche nello spazio”.
Marcello è un caro amico, ci conosciamo da tempo ed è stato anche il fotografo ufficiale per la serata conclusiva dell’edizione 2017 del premio Koliqi di cui seguo da anni l’organizzazione col Rotary Club Milano San Babila. Sa esprimersi a vari livelli: dall’underground delle fanzines alle collaborazioni con importanti case editrici, come la svizzera Artphilein che ha pubblicato questo stupendo album di famiglia in cui l’autore, attraverso lettere ritrovate, ricostruisce il lungo cammino del nonno tra l’Albania e i Balcani, la prigionia in una campo nazista e poi il ritorno in Italia.
Un viaggio che ripercorre con la sua macchina fotografica, per restituirci un affascinante gioco di specchi tra immagini e scritti, i luoghi di allora e quelli di adesso, ripresi con un affetto e un’empatia che, unitamente all’estrema cura con cui l’editore ha impaginato l’opera (merito anche della carta Favini, azienda che ha sostenuto la pubblicazione), ci danno modo di comprendere come, ancora una volta, le “grandi” storie siano in realtà composte da tante realtà umane, solo in apparenza più “piccole”.
Perché, come ci dice lui stesso: “l’indagine fotografica è diventata un’occasione per restituire una narrazione dei territori – urbani, rurali e montani – attraversati, filtrando la geografia del presente a un costante dialogo col passato che emerge dal racconto epistolare: un racconto emotivo, a tratti poetico e a tratti lucidamente descrittivo; uno scorcio personale e sempre più drammatico man mano che l’esperienza della guerra si fa forte, accrescendo il desiderio di tornare a casa, relegando nell’attesa, aprendo a dubbi”.