Le “Famiglie inaspettate” del dr. Momcilo Jankovich

Milano – Ho avuto il piacere di assistere alla presentazione del libro del professor Momcilo Jankovich Famiglie inaspettate in cui, con le foto di Attilio Rossetti, si racconta l’esperienza di vita di questo pediatra che ha lavorato più di quarant’anni all’ospedale San Gerardo di Monza, che continua a frequentare per regalare – oltre alle cure che per anni ha dispensato – un sorriso che è pure terapeutico.

Quando ha iniziato a lavorare i bambini di leucemia morivano. Tanti. All’epoca quella veniva considerata una malattia incurabile. Nella sua carriera ha visto tanti bimbi doversi arrendere alla leucemia, genitori straziati dal dolore, piccoli lottare dal letto dell’ospedale mentre lui, con quello straordinario sorriso, gli stava accanto e cercava di spiegare che cos’era la leucemia, la chemioterapia, il trapianto di cellule staminali. Perché perdevano i capelli, perché non avevano la forza di alzarsi, perché il loro volto e il loro corpo cambiava.

Ma oggi, fortunatamente, oltre l’80% dei bimbi ai quali viene diagnosticata la leucemia guariscono

Ed è per questo motivo che oggi, ormai in pensione, il dottor Momcilo Jankovic – noto oncoematologo pediatrico all’ospedale di Monza soprannominato dai suoi piccoli pazienti “dottor sorriso” – ha deciso di pubblicare Famiglie inaspettate, scritto insieme alla dott.ssa Monica Terenziani (oncologa Specialista in Pediatria) e con gli scatti di Attilio Rossetti. Arricchito dagli interventi di Francesco Fabiano e Giangiacomo Schiavi, editorialista del Corriere della Sera.

I fondi raccolti verranno devoluti al Comitato Maria Letizia Verga, l’associazione che da oltre quarant’anni si occupa del sostegno alla ricerca, dell’aiuto ai bimbi e ai ragazzi che vengono curati presso la Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma all’interno dell’ospedale San Gerardo di Monza, oltre ad essere con i suoi volontari presenza preziosa al fianco dei genitori.

“Oggi quando un bambino si ammala di leucemia non è spacciato – dice il dottor Jankovic -. Il messaggio che con questa nuova pubblicazione ho voluto inviare è che dalla leucemia si può guarire e che gli ex bimbi malati di ieri, oggi sono ragazzi e uomini sani che si sono costruiti una famiglia e che, in alcuni casi, sono anche diventati genitori. Un tempo si pensava che questo non fosse possibile: in questi casi la scienza è stata smentita”.

Il dottore ha sempre mantenuto i contatti coi suoi “piccoli” pazienti, ora ben più grandi: “Ci sentiamo per le feste e per i compleanni, qualcuno mi ha invitato anche al suo matrimonio. Ecco perché ho deciso che era giusto dare un messaggio di speranza, soprattutto a due anni dalla pandemia e in questo delicatissimo momento storico con bimbi, anche malati, che scappano dalle guerre. Il fotografo è andato a casa dei protagonisti di questo libro. Li ha ascoltati e li ha immortalati. Con Monica Terenziani ho scritto il racconto della loro vita, il percorso della malattia. Il limite della medicina è che non tutti possono guarire ma noi, medici, dobbiamo fare il possibile almeno per poterli far stare bene”.

Un libro con tante immagini e tanta speranza “Dove si vedono giovani uomini e giovani donne che hanno attraversato il tunnel della malattia, ma ne sono usciti vincitori”.

Dando vita a… famiglie inaspettate.

Qui il link per acquistarlo

 

Marcello Ruvidotti premiato per il suo libro fotografico

“A puro caso” un viaggio nei ricordi di famiglia e nella storia

La giuria ha assegnato il primo premio del Fruit Indie Publishing, il concorso promosso dal festival bolognese Fruit Exhibition al libro A Puro Caso di Marcello Ruvidotti in quanto “opera sulla scoperta, sulla memoria e sulla ricerca sul passato in chiave contemporanea attraverso un viaggio nel tempo ma anche nello spazio”.

Marcello è un caro amico, ci conosciamo da tempo ed è stato anche il fotografo ufficiale per la serata conclusiva dell’edizione 2017 del premio Koliqi di cui seguo da anni l’organizzazione col Rotary Club Milano San Babila. Sa esprimersi a vari livelli: dall’underground delle fanzines alle collaborazioni con importanti case editrici, come la svizzera Artphilein che ha pubblicato questo stupendo album di famiglia in cui l’autore, attraverso lettere ritrovate, ricostruisce il lungo cammino del nonno tra l’Albania e i Balcani, la prigionia in una campo nazista e poi il ritorno in Italia.

Un viaggio che ripercorre con la sua macchina fotografica, per restituirci un affascinante gioco di specchi tra immagini e scritti, i luoghi di allora e quelli di adesso, ripresi con un affetto e un’empatia che, unitamente all’estrema cura con cui l’editore ha impaginato l’opera (merito anche della carta Favini, azienda che ha sostenuto la pubblicazione), ci danno modo di comprendere come, ancora una volta, le “grandi” storie siano in realtà composte da tante realtà umane, solo in apparenza più “piccole”.

Perché, come ci dice lui stesso: “l’indagine fotografica è diventata un’occasione per restituire una narrazione dei territori – urbani, rurali e montani – attraversati, filtrando la geografia del presente a un costante dialogo col passato che emerge dal racconto epistolare: un racconto emotivo, a tratti poetico e a tratti lucidamente descrittivo; uno scorcio personale e sempre più drammatico man mano che l’esperienza della guerra si fa forte, accrescendo il desiderio di tornare a casa, relegando nell’attesa, aprendo a dubbi”.